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Il postumano non è utopia o fantascienza ma la condizione attuale in cui viviamo. Il termine deriva da Postumanesimo, una corrente di pensiero che all’Umanesimo del Quattrocento – cioè quello che fa dell’uomo maschio bianco occidentale centro e misura dell’universo – sostituisce un modello non antropocentrico in cui l’essere umano è natura tanto quanto le altre specie viventi e non viventi, intimamente legato alla tecnologia, non più vertice ma parte del sistema, aperto a un orizzonte di infinite relazioni e possibilità. Questo cambio di prospettiva è stato innescato dal progresso della tecnologia, dalle scoperte scientifiche, dal cambiamento climatico e dal capitalismo avanzato, che hanno modificato radicalmente il modo di rapportarci al nostro corpo e a tutto ciò che umano non è. Negli ultimi decenni la critica al concetto di uomo ha coinvolto un po’ tutte le discipline ma l’arte, per la sua capacità di unire la ricerca scientifica, le nuove tecnologie e la loro narrazione con il dibattito filosofico e culturale, si è dimostrata il terreno più ricettivo all’elaborazione di quel post a cui ancora stiamo cercando di dare forma.

Inanimanti è uno spazio di ricerca e approfondimento sull’arte postumana: un campo in continua evoluzione che solleva domande importanti sul concetto stesso di umanità. Senza porsi limiti di media, tecnica o stile, le opere del* artist* postuman* mettono in discussione le nostre idee sull’identità e sul corpo e ci sfidano a pensare in modo critico al nostro rapporto con la tecnologia, l’ambiente e il nostro futuro.

Io mi chiamo Federica Fontana, vivo a Torino e sono storica dell’arte, docente e ricercatrice indipendente. Mi interesso alle intersezioni tra arte, scienza e tecnologia e al loro impatto sulla nostra cultura e sulla nostra vita. Nel 2014 ho fondato Inanimanti, il primo sito in Italia dedicato all’arte postumana. Dal 2016 al 2020 sono stata caporedattrice di Digicult, piattaforma internazionale con focus sull’impatto dei nuovi media e della scienza sulla pratica artistica. Dal 2021 faccio parte della Rete Postumana Italiana. Collaboro con testate online e offline e alcuni miei saggi sono comparsi in pubblicazioni tra cui: “Per un’educazione non antropocentrica. Elementi di postumanesimo nell’arte di Eva Kot’átková” e “Io amo il mio lavoro. Sulla passione e la felicità nelle industrie culturali.”