Chi dice donna dice danno
Alla fine degli anni Sessanta le carte erano tutte in tavola e il messaggio era già forte e chiaro: se pensate che le donne dell’arte siano qui a prepararvi il pranzo e tenervi calde le lenzuola avete proprio capito male.
Alla fine degli anni Sessanta le carte erano tutte in tavola e il messaggio era già forte e chiaro: se pensate che le donne dell’arte siano qui a prepararvi il pranzo e tenervi calde le lenzuola avete proprio capito male.
Un giorno Leo Longanesi scrisse che l’arte è un incidente dal quale non si esce mai illesi. La stessa cosa devo averla detta anch’io più volte riguardo all’amore in generale, che guarda caso è anche il tema di questo articolo.
Ormai i tempi sono maturi per parlarti dei due soggetti che vedi in foto: si chiamano Neil Harbisson e Moon Ribas e a guardarli così sembrano una banale coppia di hipster, invece sono tra i primi artisti cyborg della storia.
Qui è quando Salvador Dalì ha foderato una donna di cassetti come un comodino, Boccioni ha preso la testa di sua madre e ci ha ficcato dentro il telaio di una finestra, Allen Jones ha arredato casa con delle signorine vestite di latex e Sarah Lucas ha costruito un tavolo per vendicare il trauma.
Qualche giorno fa sono stata alla Gam di Torino per vedere la mostra su Carol Rama. Oggi è anche la notte di Halloween e parlare di corpi smembrati non mi sembra affatto male.
Nella storia dell’arte il postumano l’ha inventato Jeffrey Deitch con una mostra nel 1992: in generale il postumano è quello che succede ogni volta che l’uomo tenta di ridefinire la propria natura in una forma altra, preferibilmente ibrida. Alba e Graham sono i testimoni inconsapevoli di questa storia.
Che si tratti di una bistecca di manzo o di quella che abbiamo addosso, messo nel contesto sbagliato un pezzo di carne può farci passare l’appetito.
Gli effetti che ora si possono ottenere con i software di manipolazione delle immagini digitali hanno tra i loro parenti stretti svariati capolavori della storia dell’arte, e tra i loro concorrenti i designer Bart Hesse e Lucy McRae.
Se negli ultimi anni siamo stati capaci di rendere responsive ambienti e pagine web, non c’è alcuna ragione per cui non possiamo farlo anche con gli abiti che indossiamo. Detto fatto: alcuni designer hanno già progettato dei capi d’abbigliamento capaci di fare cose senza chiederci il permesso.
Per Oskar Schlemmer il mondo si divideva in due: uomini che funzionano come macchine e macchine che assomigliano agli uomini; ma non c’era nessun bisogno di decidere da che parte stare.