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Incontri

Una catastrofe climatica è una grande opportunità immobiliare. Parola di Igor Simić

By 28 Gennaio 2025No Comments10 min read

Anno domini 2018: Igor Simić, artista serbo di stanza a New York, con il suo Demagog Studio sviluppa un videogioco in cui la specie umana si è estinta e due miliardari emigrati su Marte tornano sul pianeta Terra per giocare a golf. Un riferimento a cose o persone che oggi è più chiaro che mai. Simić si era già fatto notare per video e installazioni che portano al paradosso la propaganda tecnologica e per un paio di videogiochi anticapitalisti per cellulare, e con quest’opera consolida il suo portfolio.

Anno domini 2022: io sono in Kosovo per Manifesta 14, è fine luglio, Pristina è una città distrutta e meravigliosa, che porta in faccia tutti i segni di una ricostruzione frettolosa a coprire quelli più profondi della guerra che l’ha devastata. Manifesta come suo solito porta in giro l* visitator* per i luoghi della città in cui la storia degli edifici fa a gara con le opere esposte dentro. Nella torretta dell’Osservatorio astronomico, oggi abbandonata ed eroica nel suo farsi monumento alle ambizioni spaziali frustrate, c’è un telescopio e una postazione per giocare con Golf Club: Wasteland, l’opera di Igor Simić.

Il gioco mi porta nei panni di un pasciuto astronauta che deve preoccuparsi solo di mettere la palla in buca con il minor numero di tiri possibile. Ogni tiro riuscito sblocca delle informazioni che svelano la sua identità. Golf club è curato sia nella veste sonora che iconografica, pieno di riferimenti alla civiltà occidentale in rovina, struggente e semplice da giocare. Inoltre, propone un continuo crash tra simboli dell’URSS e della Silicon Valley che innescano dolorosi parallelismi e una riflessione su quanto il controllo dei nostri dati personali e l’ingerenza nelle nostre vite da parte delle big company statunitensi in fondo non sia molto diversa da quella operata dalla dittatura di Stalin.

Anno domini 2024: tutto questo non è più un gioco. Donald Trump vince per la seconda volta le elezioni negli USA, al suo fianco Elon Musk e tutti gli oligarchi che la democrazia americana ha saputo produrre. Il resto è ancora da scrivere e io non so se lo voglio leggere. Ma quello che sento di fare in un momento del genere, come faccio sempre, è di rivolgermi all’arte per dare un senso alle cose. Quindi ho scritto a Igor Simić, che nel frattempo con Highwater e The Cube ha completato una trilogia di videogiochi “per una generazione che vivrà per testimoniare la fine dei tempi” (cit.), e ho cercato di ragionare con lui sul suo lavoro e su questa posthuman condition in cui viviamo.

Com’è nato Demagog Studio e di cosa vi occupate?

All’inizio della mia carriera ho creato con degli amici delle superiori due videogame concepiti come dei progetti artistici. Uno si chiamava Children’s Play e parlava del lavoro minorile: lo scopo era dirigere una fabbrica con dei lavoratori bambini. Qualche anno dopo mi hanno suggerito di far uscire un’idea da mettere sul mercato in modo da poter avviare una società, ed ecco come è nato Golf Club: Wasteland. Demagog Studio è una sorta di azienda in forma di installazione d’arte sociale, da cui anche il nome ironico e il font del nostro logo, che ricorda il Bauhaus. Gli amici ci hanno co-finanziato e ora nello studio lavorano 20 persone.

Cosa hanno in comune i videogiochi, l’arte e l’attivismo e come mai hai scelto di usare proprio questo medium invece degli altri?

Paul Schrader, il regista, ci disse al college che il nuovo GTA era più interessante di Avatar, sia dal punto di vista della narrazione che da quello degli incassi. Questa frase mi è rimasta impressa. Quando abbiamo avviato lo studio, nel 2017-2018, l’industria dei videogiochi stava vivendo un’enorme crescita e io conoscevo un’ampia gamma di giochi come Shadow of the Colossus, Journey, Kentucky Route Zero e volevo provarli. Se si pensa alla storia dei media, i colori a olio in tubetto hanno cambiato la pittura, poi gli acrilici l’hanno cambiata di nuovo.

Allo stesso modo, le macchine fotografiche più leggere hanno contribuito alla nascita della Nouvelle Vague francese. I videogiochi e le tecnologie ad essi collegate, come i motori grafici, sono media interessanti per il presente. Pierre Huyghe o Ian Cheng sono tra gli artisti che mi interessano e che esplorano questo nuovo mezzo. Per quanto riguarda l’attivismo, è una cosa a parte, forse più importante, quindi non lo metterei sullo stesso piano.

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

Come ti è venuta l’idea per Golf Club: Wasteland e che messaggio volevi comunicare?

Non c’è un messaggio, piuttosto c’è una premessa che ci sembrava divertente. Stavo guardando le notizie, era il 2016 e in quel momento era chiaro che Trump avrebbe vinto le elezioni. Una delle attività per cui era noto era la costruzione di campi da golf. All’epoca ricordo che in Scozia Trump aveva avuto un problema con un agricoltore che non voleva vendergli la sua terra. Inoltre, Elon Musk stava diventando un imprenditore famoso e parlava di trasferirsi su Marte. Questo molto prima che i due diventassero così amici. Così ho fatto due più due: dopo la Grande Catastrofe Ecologica gli ultra ricchi evacuano su Marte. Siamo tutti morti. Anni dopo tornano sulla Terra per giocare a golf tra le rovine. In altre parole, una catastrofe climatica è una grande opportunità immobiliare. E questo è il gioco.

In Golf Club predominano gli elementi narrativi – sto pensando alla colonna sonora, alle citazioni letterarie, ai riferimenti alla Jugoslavia e ai suoi monumenti, alle frasi scritte sui muri e così via… – Che ruolo ha la narrazione nella tua pratica e perché è così importante?

La colonna sonora è un programma radiofonico chiamato Radio Nostalgia from Mars, come la radio di Grand Theft Auto. Immaginati un’Insonnia d’amore per chi vive su Marte e ha nostalgia della Terra quando era ancora abitabile. Il nostro conduttore radiofonico trasmette le memorie audio dei cittadini marziani, come fossero dei frammenti proustiani, intervallate dai brani musicali del 2050/60, che abbiamo creato internamente. Tutto il resto rientra più o meno nell’ambito della narrazione ambientale.

I monumenti e le architetture che fanno parte dell’ambientazione sono modernisti, soprattutto mitteleuropei, perché il modernismo presupponeva una fede nel progresso, mentre nel gioco vediamo solo rovine. Inoltre, i monumenti jugoslavi alla lotta antifascista sono affiancati da neon rosa millenial che riportano semplicemente dei meme, come il tweet sbagliato di Trump che diceva “covfefe”. In questo modo creiamo un guazzabuglio ideologico stratificato a partire dall’ambiente.

Sempre a proposito di narrativa, tra i monumenti che compaiono ce n’è anche uno identico a quello di Karl Marx a Chemnitz, ma con la testa di Elon Musk, e questo è solo uno dei riferimenti a Musk che troviamo nel gioco. Quale pensi sarà lo scenario futuro con lui e Trump alla Casa Bianca? Le colonie su Marte sono improvvisamente diventate più realistiche?

Sì, abbiamo un monumento brutalista che è un mix di Musk e Marx. No, Marte non si farà. Riusciamo a malapena a vivere in un deserto, figuriamoci nella terra brulla e priva di ossigeno di Marte. Per quanto riguarda il complesso di intrattenimento politico-tecnologico di Trump e Musk, l’unica cosa che posso prevedere è che non ci annoieremo.

Sul sito ho dato ampio spazio alla New Space Economy e alle sue implicazioni culturali. Secondo te stiamo adottando l’approccio giusto nelle esplorazioni spaziali?

Nonostante la collaborazione SpaceX-NASA sia notevole, io sono più concentrato sulla Terra alla maniera di Bruno Latour.

demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić
demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić
demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić
demagog studio, Golf Club: Wasteland, 2018, still da video. Courtesy Igor Simić

In Highwater, che è ambientato in un mondo sommerso da un’alluvione, affrontate più esplicitamente il tema dell’Antropocene e del cambiamento climatico: ultimamente abbiamo visto un inasprimento delle sanzioni e degli arresti per i giovani ecoattivisti coinvolti in azioni all’interno dei musei in tutta Europa e non solo. Tu tratti gli stessi temi ma attraverso la distopia e l’umorismo: credi che lo humor sia una via più percorribile ed efficace per esprimere il nostro dissenso?

La condizione umana è comica e tragica allo stesso tempo. L’attivismo, invece, è efficace solo attraverso l’effettiva organizzazione della comunità, il coinvolgimento politico, l’implementazione di nuove tecnologie, la disobbedienza civile, ecc. Al momento in Serbia si stanno moltiplicando le proteste degli studenti contro la corruzione del governo e delle istituzioni pubbliche: ecco che faccia ha l’azione politica.

Rispetto alla distruzione dell’ambiente e al canto del cigno del sistema capitalista un altro tema urgente è quello dell’estrattivismo, che riguarda da vicino anche la Serbia per quanto riguarda le estrazioni di litio. Avete in programma un’opera anche su questo tema o, in generale, quali sono i vostri progetti futuri?

Nel nostro videogioco The Cub, che è di fatto un sequel di Golf Club: Wasteland, c’è un livello che riguarda le miniere e il nome della società che se ne occupa è Red River Mining. La storia che fa da cornice al gioco è che la società ha trovato un nuovo carburante per razzi, molto pericoloso perché è comburente e causa mutazioni, ma è molto più efficace degli altri, e molti razzi devono evacuare le élite su Marte. Sì, la tecnologia verde non è poi così verde. Per quanto riguarda i progetti futuri ne abbiamo diversi in cantiere, nella primavera del 2025 faremo qualche annuncio.

 

demagog studio, The Cub, 2024, still da video. Courtesy Igor Simić
demagog studio, The Cub, 2024, still da video. Courtesy Igor Simić
Igor Simić, Wasteland neons, 2019. Courtesy the artist
Igor Simić, Wasteland neons, 2019. Courtesy the artist