Fine del corpo biologico, inizia l’era del corpo emozionale. Lo annuncia Sissi affacciata a un balcone, alle persone stipate in un piccolo cortile veneziano. Al centro c’è la statua di una Niobe, il feticcio di un corpo classico, idealizzato, tradizionale. Integro. Un corpo da guardare solo da fuori, mentre sul balcone l’artista ci spiega che in realtà non c’è nessuno scarto fra dentro e fuori.
Il corpo oggettivo, quello dei modelli delle aule di anatomia, ad essere sinceri proprio non esiste. Quello che esiste è il corpo percepito e vissuto, è carne mescolata a materia sentimentale. Le emozioni non sono un accidente, sono un organo supplementare: ci arrivano addosso da fuori e ci colano dentro, ci permeano e ci plasmano di continuo. Si mescolano alla carne creando nuove conformazioni.
Il corpo non è un sistema chiuso e auto referenziale, ma un organismo poroso in contatto osmotico con quello che gli sta intorno. Gli eventi lo plasmano, il pensiero gli cambia forma. Quark, Esplorando il corpo umano, gli speciali di Focus, in realtà sono tutta una finzione, perché un viaggio, per quanto scientifico, non può mai essere asintomatico. Un viaggio è per definizione qualcosa di emozionale. Da un viaggio non si può uscire illesi, e forse nemmeno da quello di questa sera.
Affacciata al balcone Sissi descrive al pubblico l’opera di una vita, che è stata prima una tesi di laurea e poi è sbocciata in una carriera. Protuberanze, nidi, ricami, abiti spellati, tutto quello che ha fatto è nato da qui, dal suo libro Anatomia Parallela, una specie di epica del corpo camuffata da trattato di anatomia del Seicento.
Per quanti credono che la dissezione sia solo cosa da medici praticanti o macellai, ricredetevi: fare a pezzi il corpo è anche un mestiere d’artista. Durante la performance Sissi racconta la sua esperienza mostrando le tavole che ha disegnato in una specie di slide show manuale; seziona il suo libro con metodo, come un patologo incide un cadavere. Seguendo la sua voce si finisce a capofitto nel corpo, in un pazzesco viaggio dal cuore alla lingua. Nel corso del tour si imparano ad apprezzare: la dolce curvatura di una costola, le pareti lisce di un’arteria, la grazia di un ventricolo, il fremito sensuale del flusso sanguigno. Lentamente, senza quasi rendersene conto, il pubblico viene dirottato da una poesia viscerale ad una poetica delle viscere.
Mentre entra nel vivo del suo racconto, l’artista mette in luce i punti deboli dell’organismo umano e illustra i nuovi apparati che ha creato per ottimizzarlo. Parla dell’uomo come fosse un paesaggio vivo, pulsante e percorribile.
Ascoltare Sissi è un po’ come trovarsi sulla giostra di un allucinato parco a tema, aggrappati ad un Blue Tornado lanciato in circuito a velocità supersonica. Questo è il ritmo con cui si mostrano all’uditorio uccelli semantici, nodi ossei e fioriture linguali. A suon di neologismi e ibridazioni l’artista spiega ai presenti che il corpo non è un collage modulare di elementi prefabbricati, ma un materiale mutante e plasmabile, che se necessario si può riprogettare. Il corpo che per tradizione immaginiamo come un sistema chiuso, in realtà ha voglia di tracimare, di esondare e amalgamarsi con l’esterno. In un crescendo di immagini improbabili Sissi svela che la pelle è solo un falso confine, che è stato l’utero il nostro unico vero contenitore. Dalla nascita in poi viviamo scoperti, gli Spellati, come chiama gli esseri umani: porosi come spugne e perennemente in cerca di nasconderci in una forma migliore.